Una signora anziana per motivi accidentali cadeva in casa.
Con autolettiga veniva trasportata presso il P.S. di un noto nosocomio milanese, ove effettuate le visite e gli accertamenti strumentali del caso la dimettevano con prognosi di contusione, prescrivendole una cura farmacologica antidolorifica e riposo per qualche giorno.
La signora tornata a casa accusava forti dolori. Dopo i primi giorni di riposo, secondo prescrizione medica, iniziava a deambulare e così per quindici giorni.
Persistendo la sintomatologia dolorosa, con l’aiuto della figlia, la signora effettuava una TAC dalla quale risultava una frattura scomposta dell’arto. Essendo la signora persona anziana, di mole massiccia, e con patologie di vario tipo, i sanitari hanno sconsigliato vivamente l’intervento chirurgico. Ora la cliente è allettata con dolori importanti.
Dopo diverse peripezie la figlia si è rivolta a noi per un parere. Ricevuta la cartella clinica, la stessa è stata sottoposta alla valutazione del nostro medico legale. Poichè si trattava di valutare la radiografia effettuata al P.S., il ns. medico legale l’ha sottoposta all’esame di un radiologo, il quale ha concluso che v’è stato un errore del sanitario del P.S. in quanto la radiografia, pur con immagini non nitide, evidenziava una frattura composta, che avrebbe potuto essere trattata con successo. Diversamente, poichè la signora ha sforzato l’arto la frattura si è aggravata scomponendosi